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Leggende La leggenda di Mariannella e il sacrificio d’amore sul Matese

La leggenda di Mariannella e il sacrificio d’amore sul Matese

La leggenda di Mariannella è una delle storie più commoventi e radicate nel folclore del Massiccio del Matese, che unisce le regioni Campania e Molise. Non è solo un racconto, ma un vero e proprio mito fondativo che spiega il nome di uno dei luoghi più suggestivi della zona, il “Parco d’Amore” a San Gregorio Matese. Il cuore del Matese, terra aspra e magnifica di pastori e antiche fedi, custodisce da secoli la storia di Mariannella. Era una pastorella, nota non solo per la sua umiltà e la sua povertà, ma soprattutto per la sua rara e luminosa bellezza. I suoi giorni si svolgevano tra i sentieri e le valli, al seguito del suo gregge.

Mariannella aveva donato il suo cuore a Pascaleantonio, un giovane del luogo che ricambiava il suo affetto in modo puro e sincero. Il loro era un amore semplice, fatto di sguardi e promesse, perfettamente in sintonia con la natura selvaggia che li circondava.

Questa felicità discreta fu spezzata dall’avidità e dalla gelosia. Un potente massaro, signore della valle e uomo influente, si innamorò morbosamente di Mariannella. Colpito dalla sua grazia, le offrì una vita di agi e ricchezze, proponendole di sposarlo. Nonostante la promessa di una vita migliore, Mariannella non esitò. Rifiutò l’offerta del massaro con fermezza, scegliendo la povertà e l’amore vero rispetto alla ricchezza forzata. Il rifiuto fu un’onta imperdonabile per l’uomo potente, che giurò di vendicarsi in modo crudele.

Il massaro, accecato dalla rabbia, ordinò ai suoi sgherri di rapire la pastorella e portarla al suo cospetto, sperando che la minaccia e la paura la costringessero a cedere. Ancora una volta, Mariannella mantenne la sua fedeltà, rifiutando ostinatamente di sottomettersi al suo rapito. La leggenda culmina nella tragedia: Mariannella fu uccisa in un atto brutale, vittima della furia e del disonore del massaro. Il suo sacrificio per l’amore è rimasto indelebile nelle valli del Matese.

Il luogo dove la sua vita fu spezzata, una suggestiva faggeta nel territorio di San Gregorio Matese, divenne un santuario spontaneo di questa storia. Gli abitanti cominciarono a chiamarlo il “Parco d’Amore”. Per anni, i locali hanno omaggiato la memoria della pastorella incidendo cuori e il suo nome sui tronchi degli alberi, trasformando il bosco in un simbolo palpabile di un amore puro e inossidabile, capace di resistere alla morte stessa.

Oggi, il “Parco d’Amore” non è solo un punto panoramico, ma il custode di una delle più toccanti storie popolari d’amore e sacrificio del Sud Italia.