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Curiosità Pulcinella è nato a Capua: la vera storia di Silvio Fiorillo, il padre della maschera più celebre d’Italia

Pulcinella è nato a Capua: la vera storia di Silvio Fiorillo, il padre della maschera più celebre d’Italia

Chi era davvero Pulcinella? Un buffone? Un servo? Un eroe comico?
Per rispondere, bisogna partire da un nome spesso dimenticato, ma fondamentale: Silvio Fiorillo, attore, drammaturgo e — udite udite — capuano doc.

Fu lui, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, a portare per la prima volta sulle scene teatrali la maschera di Pulcinella, trasformando una figura forse nata dal popolo in un simbolo eterno del teatro italiano, famoso in tutto il mondo.


Silvio Fiorillo: l’attore che trasformò la beffa in arte

Nato a Capua intorno al 1570, Silvio Fiorillo è oggi ricordato come il creatore teatrale di Pulcinella. La sua fama si affermò nel contesto della commedia dell’arte, il teatro delle maschere, dei tipi fissi, degli improvvisatori. Fiorillo calcava i palcoscenici italiani con la Compagnia degli Uniti, recitando ruoli comici, ma fu proprio con Pulcinella che lasciò un segno indelebile.

Il debutto ufficiale del personaggio risale al 1609, con la commedia La Lucilla costante con le ridicole disfide e prodezze di Policinella, pubblicata a Napoli nel 1632. Un’opera che segna l’ingresso di Pulcinella nella letteratura teatrale, e che Fiorillo ambientò proprio a Capua, tra le sue strade e i suoi palazzi.


Le vere radici capuane di Pulcinella

Spesso si associa Pulcinella a Napoli, ma le sue radici più antiche sono capuane.
È proprio nella città di Capua, crocevia culturale tra tradizioni contadine e cultura urbana, che Fiorillo concepisce il personaggio: un servo furbo e pigro, affamato e scaltro, capace di ribaltare le gerarchie con l’arma dell’ironia.

L’origine del nome “Pulcinella” resta incerta, ma secondo molti deriva da “pulcino”, richiamando la voce stridula del personaggio o il suo profilo con naso adunco simile al becco di un uccello. Alcune leggende raccontano che Fiorillo si sia ispirato a un contadino di Acerra, tale Puccio d’Aniello, noto per l’aspetto buffo e la parlantina irriverente. Ma è grazie al talento teatrale di Fiorillo che questa figura popolare prende vita, diventando una maschera vera e propria.


Una maschera, mille significati

Il Pulcinella di Fiorillo non è solo un personaggio comico: è un simbolo dell’uomo qualunque, povero ma ingegnoso, vittima e carnefice, deriso ma capace di far ridere chiunque. Indossa una camicia bianca e larga, pantaloni ampi, una maschera nera sul volto e un cappello a punta: un costume semplice che lo rende riconoscibile da secoli.

Nel tempo, la figura si è evoluta grazie a grandi interpreti come Andrea Calcese e Antonio Petito, ma il nucleo essenziale resta quello fissato da Fiorillo: una creatura teatrale nata per parlare al popolo, che riflette miserie, speranze e voglia di riscatto.


Pulcinella oggi: una maschera viva

Oggi Pulcinella è diventato un’icona universale, presente nei teatri, nelle piazze, nei musei, nei fumetti e persino nelle parate di Carnevale. Eppure, ogni sua smorfia, ogni suo gesto e ogni battuta rimandano a quel genio teatrale capuano che per primo gli diede voce.

Capua, troppo spesso dimenticata nel racconto delle origini del personaggio, può oggi rivendicare con orgoglio il suo ruolo di culla di Pulcinella, riscoprendo nei testi, nei monumenti e nella memoria cittadina il valore di un patrimonio unico. Pulcinella è tante cose: furbo e sciocco, vittima e carnefice, chiassoso e poetico. Ma prima di tutto, è figlio di Capua, cresciuto nei sogni di un attore che, con una risata, seppe raccontare il mondo.