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Leggende Raviscanina e le sue fiabe

Raviscanina e le sue fiabe

Le fiabe sono una parte fondamentale della nostra eredità culturale, un patrimonio di saggezza popolare che si tramanda attraverso le generazioni. Sono storie che nascono dalla fantasia, ma spesso nascondono insegnamenti profondi e universali. Le fiabe, infatti, non solo intrattengono, ma educano, ammoniscono e stimolano la riflessione, offrendo spunti per comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. In ogni favola si cela un messaggio morale, una lezione di vita che non si limita a una semplice narrazione, ma che si arricchisce di simboli e metafore.

Nel contesto di Raviscanina, una piccola comunità in cui la tradizione orale ha da sempre giocato un ruolo cruciale, le fiabe e gli aneddoti sono stati custoditi gelosamente. Mario Nassa ha avuto il merito di raccogliere questi racconti, che rispecchiano non solo il linguaggio e le abitudini locali, ma anche i valori e le saggezze di una comunità che, pur cambiando nel tempo, non ha mai dimenticato l’importanza di preservare la propria storia.

La fiaba della volpe e del serpente

C’era una volta, tra le vette montuose di Raviscanina, una vecchia volpe, tanto astuta quanto saggia. Ogni sera, quando il cielo si tingeva di nero, essa usciva dalla sua tana nascosta tra le rocce per scendere al villaggio e fare razzie nei pollai. Le sue prede preferite erano le galline, ma quella sera qualcosa sarebbe accaduto che avrebbe cambiato il corso della sua solita attività.

Mentre la volpe si avvicinava al paese, un uomo stanco, al termine di una lunga giornata di lavoro nei campi, percorreva la strada che costeggiava la montagna. Improvvisamente, udì un lamento, una voce debole che chiedeva aiuto. Si fermò, guardò attorno, ma non vide nessuno. Poi, si chinò e scoprì che sotto un grosso masso un serpente si dibatteva, intrappolato.

Pur sapendo che i serpenti sono creature pericolose, l’uomo non poté fare a meno di provare compassione. Con grande fatica, prese un bastone e sollevò il masso, liberando il serpente. Ma, una volta libero, invece di mostrare gratitudine, il serpente si lanciò verso l’uomo con l’intento di morderlo.

“Perché vuoi mordermi?” chiese l’uomo, sorpreso. “Ti ho aiutato a liberarti con fatica, e tu ricambi così?”

Il serpente, senza alcuna esitazione, rispose: “La mia natura è questa: mordo chiunque, anche chi mi aiuta!” E, minaccioso, si avvicinò sempre di più.

Proprio in quel momento, la volpe, che aveva osservato in silenzio la scena, decise di intervenire. Con passo felpato e un sorriso furbo, si fece avanti e disse: “Fermatevi, cumpà! Questo ragazzo non può finire così senza essere prima giudicato. Se proprio ci dobbiamo mangiare, mangiamolo, ma con un po’ di educazione, non è vero?”

Il serpente, credendo che la volpe fosse dalla sua parte, si fermò e la guardò curioso. La volpe, con il suo sguardo astuto, si sedette comodamente sul masso e invitò il serpente a raccontare la sua versione dei fatti. Così, il serpente iniziò a descrivere come fosse rimasto intrappolato sotto la pietra e come avesse invocato aiuto. Ma la volpe, con la sua solita furbizia, lo interruppe subito: “E come stavate, davvero? Fatemi vedere come eravate intrappolati. Non mi pare che foste così immobile come dite.”

Il serpente, per cercare di convincerla, si fece di nuovo cadere sotto il masso, assumendo la stessa posizione che aveva descritto. La volpe lo osservò attentamente e poi, con un sorriso beffardo, disse: “Così stavate, eh? Bene, allora rimanete lì dove siete. Non posso più ascoltarvi, ho troppo da fare!”

E rivolgendosi all’uomo, concluse con tono serio: “Uagliòne mio, fa’ più attenzione. Non sempre chi ti chiede aiuto è degno di riceverlo. A volte, chi riceve aiuto non sa nemmeno ringraziarti, anzi, diventa più pericoloso di prima.”

La volpe, con il suo acuto senso della giustizia, aveva fatto comprendere all’uomo che non tutti quelli che chiedono aiuto sono degni di riceverlo. A volte, chi riceve un gesto di benevolenza può ricambiare con cattiveria e ingratitudine. La morale di questa fiaba è semplice, ma importante: bisogna essere saggi nel decidere a chi prestare aiuto, perché la natura degli esseri viventi non cambia facilmente, e non tutti sono disposti a riconoscere i benefici ricevuti.

E voi conoscevate questa fiaba?