Croce: il borgo fantasma dell’Alt(r)o casertano
In un angolo dimenticato dell’alto casertano, dove il tempo sembra essersi fermato, si nascondono i resti di un piccolo paese fantasma. Edifici fatiscenti, strade polverose, vegetazione incolta e un silenzio assordante vi danno il benvenuto nel piccolo borgo di Croce nel comune di Rocchetta. Nonostante i due luoghi vengano spesso citati insieme, non sono un unico paese, ma due frazioni distinte. Rocchetta e Croce, oggi, sono due borghi invisibili che contano poco più di trecento abitanti, concentrati tutti nella frazione di Rocchetta.
Le origini e la storia di Rocchetta e Croce
Durante il periodo medievale le incursioni saracene, feroci e inesorabili, segnarono la fine di un’epoca per l’antica Cales, la città più importante del territorio degli Ausoni (antico popolo italico). Saccheggiata e devastata più volte, la città fu infine abbandonata nel lontano 879 d.C.
Di fronte alla minaccia costante, gli abitanti cercarono salvezza sulle alture circostanti, ai piedi dei Monti Trebulani, dando vita a due piccoli borghi che, nel tempo, sarebbero diventati Rocchetta e Croce. Rocchetta (piccola rocca) nacque su uno sperone roccioso affacciato nel baratro; la posizione strategica scoraggiò i Normanni che rinunciarono alla sua conquista.
I Saraceni rimasero nascosti in quella regione per lungo tempo, attratti dalla possibilità di catturare donne da rivendere come schiave nei mercati orientali. Rocchetta e Croce divennero domini ecclesiastici, grazie alla tranquillità del luogo, perfetto per il raccoglimento spirituale. L’area ospita ancora oggi un eremo, meta di ritiri di preghiera, accessibile però solo grazie ad un sentiero impervio tra i boschi. Tuttavia, proprio la difficoltà di accesso, se da un lato ha preservato il luogo, dall’altro ne ha limitato l’uso e la valorizzazione.
Gli abitanti hanno abbandonato progressivamente i luoghi a partire dagli anni cinquanta, proprio a causa delle precarie vie di comunicazione e per cercare fortuna altrove.
Il borgo di Croce, oggi
E’ possibile raggiungere il borgo percorrendo la A1, uscendo a Capua e imboccando la Statale 6 per circa 20 km e poi piegare ad est sulla provinciale 194 in direzione Calvi Risorta/Rocchetta e Croce. Sono sufficienti poco più di 40 minuti per visitare Croce, quello che una volta è stato centro storico, adesso è completamente desolato e abbandonato. La piccola chiesa è in pessimo stato di conservazione, potrebbe diventare addirittura pericoloso entrare nella struttura. La cantoria dell’ingresso è completamente collassata, mentre il soffitto sembra resistere al tempo e all’incuria. Nonostante tutto quelle rovine sembrano raccontare ancora pezzi di vita. L’ interno delle abitazioni è fermo nel tempo, gli arredi e le suppellettili sono letteralmente congelate. Sono tanti gli interrogativi sulla fragilità delle comunità e sulle dinamiche che portano alla nascita e alla caduta di interi insediamenti. Esplorare un paese fantasma significa immergersi in una realtà che esiste solo nella memoria, un luogo dove il presente e il passato si fondono, lasciando al visitatore la possibilità di riflettere sul valore della permanenza e del cambiamento. Che si tratti di un destino segnato da calamità naturali, crisi economiche o scelte politiche, ogni paese invisibile è un simbolo della transitorietà umana, un monito a non dare mai per scontato ciò che ci circonda.