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Storia Dalla Reggia di Caserta: un viaggio nel tempo attraverso il presepe borbonico

Dalla Reggia di Caserta: un viaggio nel tempo attraverso il presepe borbonico

Immaginate di varcare la soglia di una sala reale e di trovarvi di fronte a un mondo in miniatura, popolato da pastori, re magi e personaggi della vita quotidiana napoletana. Benvenuti nel cuore del Presepe dei Borbone, un capolavoro nascosto tra le stanze della Reggia di Caserta. Realizzato nel XVIII secolo su commissione dei reali, questo presepe è un’opera d’arte di inestimabile valore, che ci trasporta in un’epoca lontana e ci fa rivivere l’atmosfera del Natale di corte.

Quest’opera, è un prezioso documento storico e artistico che ci racconta la vita e le usanze della Napoli del XVIII secolo. Le figure, vestite con abiti realizzati nell’antico opificio di San Leucio, ci offrono uno spaccato autentico della società dell’epoca. La passione dei Borbone per questa rappresentazione della Natività si trasmetteva ai loro successori, rendendo il presepe un simbolo di continuità e di appartenenza.

La nascita di questa opera è legata all’incontro tra la devozione dei Borbone e la maestria degli artigiani napoletani. Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia vollero un presepe che fosse non solo una rappresentazione della Natività, ma anche un’opera d’arte. Le figure, realizzate in terracotta e vestite con abiti ricamati a mano, sono il frutto di un lavoro certosino e paziente. Artisti come Sanmartino, Bottiglieri e Gori contribuirono a rendere questo presepe un capolavoro senza tempo.

ll presepe borbonico, definito “cortese”, era un vero e proprio affresco della vita napoletana. Influenzato dagli scavi di Pompei ed Ercolano, si arricchì di dettagli architettonici che evocavano l’antica Roma. Una miriade di figure animano la scena, ognuna con un proprio mestiere e un proprio ruolo: calzolai che riparano le scarpe, pescatori che offrono il loro pescato, contadini che portano doni al Bambin Gesù. I costumi tradizionali, i mercati affollati e i paesaggi suggestivi creavano un’atmosfera vivace e autentica, invitando lo spettatore a immergersi nella quotidianità napoletana.

La passione di Ferdinando II per il presepe raggiunse l’apice nel 1844. Quell’anno, l’allestimento superò ogni aspettativa, richiedendo una sala di dimensioni eccezionali. La scelta cadde sulla Galleria della Racchetta, dove un presepe di proporzioni monumentali, progettato da Giovanni Cobianchi, lasciò a bocca aperta la corte. Talmente imponente era questa rappresentazione della Natività che il re volle preservarne la memoria per sempre, commissionando al pittore di corte Salvatore Fergola diverse vedute dell’opera. Questa tradizione si diffuse ben oltre le mura della Reggia, con allestimenti simili a San Leucio, Carditello e Portici, a testimonianza della devozione e dello sfarzo della dinastia borbonica.

ll presepe borbonico, un tempo maestoso e scenografico, ha attraversato un lungo e complesso percorso storico. Dopo l’Unità d’Italia, le sue dimensioni si ridussero notevolmente, e nel corso del XX secolo subì diverse dispersioni. Nonostante le vicissitudini, nel 1988, grazie a un meticoloso lavoro di ricerca e ricostruzione, è tornato a splendere nella sua veste originaria, ispirandosi ai dipinti di Salvatore Fergola che ne avevano immortalato la grandiosità.

Oggi, il Presepe Reale ha trovato la sua dimora definitiva nella suggestiva Sala Ellittica della Reggia di Caserta. Custodito in una teca di cristallo di venti metri quadrati, è visibile da ogni angolazione, permettendo ai visitatori di ammirarne ogni dettaglio. Grazie a un attento restauro, il presepe è tornato a splendere, e può essere ammirato tutti i giorni nel tradizionale orario di apertura della Reggia Vanvitelliana.