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Attualità San Leucio e Ciccio Vitiello: Tradizione Borbonica e innovazione gastronomica nel Menu degustazione Utopia

San Leucio e Ciccio Vitiello: Tradizione Borbonica e innovazione gastronomica nel Menu degustazione Utopia

C’era una volta un re visionario di nome Ferdinando IV, il quale, intorno al 1778, ebbe un’intuizione tanto geniale quanto rivoluzionaria. Mentre si trovava nel suo splendido palazzo di caccia nei pressi di Caserta, ammirando il panorama mozzafiato che si estendeva ai suoi piedi, ebbe un’idea che avrebbe cambiato per sempre la storia di quel luogo. Ferdinando IV un vero sovrano progressista, desideroso di accogliere e mettere in pratica idee innovative per migliorare le condizioni di vita dei suoi sudditi. Per questo motivo, decise di trasformare il suo palazzo di caccia in un opificio per la lavorazione della seta. Ma non una comune fabbrica: il re aveva in mente qualcosa di molto più grande. Una vera e propria “città della seta”, un luogo dove operai e artigiani potessero vivere e lavorare insieme, in un ambiente armonioso e produttivo. Il progetto di Ferdinando IV era ambizioso e innovativo. Prevedeva la costruzione di case per gli operai, scuole per i loro figli, una chiesa e persino un teatro. Ma soprattutto, il re voleva che la sua “città della seta” fosse un modello di uguaglianza e giustizia sociale. Per questo motivo, introdusse una serie di riforme che abolivano i privilegi nobiliari e garantivano a tutti gli abitanti le stesse opportunità. Il sito di San Leucio di Ferdinando IV divenne presto un fiore all’occhiello del Regno di Napoli. I suoi abitanti, chiamati “setaioli”, erano considerati dei veri e propri privilegiati, in quanto godevano di condizioni di vita migliori rispetto al resto della popolazione. La seta prodotta a San Leucio era di altissima qualità e veniva esportata in tutta Europa. Ma il progetto di Ferdinando IV non era solo un’utopia sociale. Il re aveva anche una visione economica ben precisa. Voleva che la “città della seta” diventasse un polo industriale in grado di competere con le altre grandi potenze europee. Per questo motivo, investì ingenti risorse nella costruzione di infrastrutture e nell’acquisto di macchinari all’avanguardia. Grazie alla sua visione lungimirante, Ferdinando IV riuscì a trasformare un piccolo borgo di caccia in una delle più importanti realtà industriali del Regno di Napoli. La “città della seta” di San Leucio divenne un simbolo di progresso e innovazione, un esempio di come l’impegno e la passione di un sovrano illuminato possano cambiare il destino di un intero territorio. 

Oggi il Belvedere di San Leucio, con la sua straordinaria architettura e le sue storiche fabbriche, è diventato una meta turistica di grande rilievo, custode di una tradizione artigianale che ha saputo resistere nel tempo. Ma proprio nel 2022, a pochi passi dalle antiche fabbriche, è nato il nuovo progetto gastronomico di Ciccio Vitiello, che ha dato vita a Cambia-menti. Unendo tradizione e innovazione, il giovane pizzaiolo, ormai da anni presente sul territorio, ha rivoluzionato la sua arte con un’ambiziosa proposta. La scelta della nuova sede non è stata affatto casuale: San Leucio, con la sua storia di grande valore legata a Ferdinando IV, rappresenta un luogo di significato che si sposa perfettamente con il progetto nobile e ambizioso di Vitiello.

Sostenibilità e amore per la sana cucina sono gli elementi essenziali del nuovo programma gastronomico. La nascita di un piccolo orto nel 2024 è un chiaro segno del suo impegno per l’ambiente; un piccolo tratto di terreno, i cui prodotti sono e saranno impiegati direttamente in cucina, contribuendo così a ridurre i costi, diminuire l’impatto ambientale e garantire la provenienza degli ingredienti.

Qualche giorno fa, l’ultima grande novità, Vitiello ha infatti presentato al pubblico il nuovo menù ispirato ai Borbone: Utopia.

Un nome che ha un’intenzione ben definita:

omaggiare Ferdinando IV,  Ferdinandopoli e la sua mente illuminata, ma sopratutto” un tributo a chi sogna un mondo migliore e a chi oggi prova a renderlo realtà.”

Utopia parte con Omaggio al Monzù,  una speciale interpretazione del timballo di pasta dei cuochi di corte, impreziosito da ragù di cinghiale e fonduta di grana. 

Caccia Borbonica, la pizza in padellino con pulled di anatra, friarielli al peperoncino e colatura di provola.

E poi ancora Scarol & Baccalà, scarola riccia ripassata con olive nere di Caiazzo con baccalà marinato all’asiatica e aglio nero fermentato.

Ricchezza e Povertà, una pizza con cicoria e colardo di nero casertano, colatura di alici e polvere di cappero.

La Leuciana, la pizza dedicata al Belvedere con bacon di polpo al pimentón, cipollotto caramellato e stracciata di bufala. 

E infine uno speciale tributo al rapporto tra Napoli e Spagna con L’Opportunità, una pizza con tartara di rubia gallega e acciuga del Mar Cantabrico. 

“Utopia” non rende solo omaggio alla visione di Ferdinando IV, ma contribuisce a scrivere un nuovo capitolo nel panorama gastronomico casertano. Un viaggio nel passato che, con eleganza e sostenibilità si proietta nel futuro di tutti noi.

Aperto a cena

Il sabato aperto pranzo e cena

Giorno di chiusura: martedì

Info&prenotazioni: www.cambia-menti.pizza