Sesplasia: il mercato dei profumi dell’Antica Capua
Forse non tutti sanno che, l’Antica Capua, l’attuale Santa Maria Capua Vetere, ha ospitato il più grande mercato di profumi dell’epoca romana: Sesplasia. Gli scavi, condotti a partire dal 2003, hanno riportato alla luce un tesoro inestimabile. Situato nella zona sud-est del decumano maggiore, oggi Corso Aldo Moro, questo centro commerciale era talmente importante da influenzare la lingua latina, dando origine ai termini seplasiarius (produttore di profumi) e seplasiarium (bottega di profumi). L’influenza di Seplasia si estendeva ben oltre i confini di Capua, tanto che i termini da essa derivati divennero comuni in tutto l’impero romano, a testimonianza della sua fama e della sua importanza.
I profumi non erano solo un vezzo estetico. Essi erano intrinsecamente legati a pratiche rituali e avevano un profondo significato culturale. I numerosi ritrovamenti di contenitori per profumi nelle tombe, in particolare in quella di Stallia, indicano che questi oggetti accompagnavano i defunti nel loro ultimo viaggio. La varietà di materiali utilizzati, dalla ceramica all’alabastro, suggerisce una complessa simbologia legata al mondo dei morti e ai culti religiosi.
La produzione di profumi nell’Antica Capua era un’attività economica di grande importanza, che contribuiva a definire l’identità culturale della città. Le essenze di mirto, narciso e, soprattutto, di rosa erano utilizzate per creare profumi e unguenti che entravano a far parte della vita quotidiana delle matrone romane. Il rhodinon italikon, un profumo di rosa esclusivamente campano, era particolarmente apprezzato e richiedeva la coltivazione su larga scala di rose, come ci racconta Plinio il Vecchio. La produzione di questo prezioso unguento contribuiva a far prosperare l’economia locale e a rafforzare la reputazione di Capua come centro di produzione di profumi di alta qualità.
Tra le antiche mura della città, Seplasia rivela la sua fragranza perduta. Un profumo di rose e di storia che inebria ancora oggi i nostri sensi. Questo ritrovamento ci ricorda che il passato non è mai veramente passato, ma continua a vivere nelle pietre, nelle leggende e nei nostri cuori.